[Q]uando io mi viddi dar certe sentenzie per mano di questi avvocati, non vedendo modo alcuno di potermi aiutare, ricorsi per mio aiuto a una gran daga che io avevo, perché sempre mi son dilettato di tener belle armi; e il primo che io cominciai a
intaccare si fu quel principale che m’aveva mosso la ingiusta lite; e una sera gli detti tanti
colpi, pur guardando di non lo ammazzare, innelle gambe e innelle braccia, che di tutt’a due le gambe io lo privai. Di poi ritrovai quell’altro che aveva compro la lite, e anche lui toccai di sorte che tal lite si fermò.
When certain decisions of the court were sent me by those lawyers, and I perceived that my cause had been unjustly lost, I had recourse for my defense to a great dagger I carried; for I have always taken pleasure in keeping fine weapons. The first man I attacked was a plaintiff who had sued me; and one evening I wounded him in the legs and arms so severely, taking care, however, not to kill him, that I deprived him of the use of both his legs. Then I sought out the other fellow who had brought the suit, and used him also such wise that he dropped it.
—Benvenuto Cellini, La vita, ch. xxviii (1558-66)(J.A. Symonds transl. 1880)